Monache di Betlemme

Le monache di Betlemme hanno rinunciato al mondo.
La loro scelta è precisa, netta. Sembrano non avere dubbi. Sono consacrate a Cristo, cercano il volto di Cristo nella solitudine, nella preghiera. Pregano per noi, pregano per il mondo.
Loro sono, della Chiesa, il cuore che pulsa.


(Monache di Betlemme in adorazione dell'Eucarestia)

Avevo tanti pregiudizi, pensavo a vite difficili, passate nelle loro celle, come in prigione. Invece, che sorpresa! Sono felici, hanno visi radiosi e non consumati dallo stress.
Abitano fuori dal tempo, come preservate. Dimostrano meno degli anni che hanno, la loro pelle è bella, il loro sorriso è bello, il loro sguardo raggiunge l’anima.
Semplicità. Quanto una vita può essere semplice, povera e nel contempo profonda e felice. Noi, che stiamo fuori, sappiamo poco o niente delle esperienze e delle ricchezze che vivono nei monasteri di clausura. Loro rispondono, sempre sorridendomi e guardandomi dritto negli occhi, che non servono le parole, basta passare del tempo con loro e si capisce. Non serve spiegarlo. Penso a quante notizie ci arrivano continuamente, ora tutto sembra essere importante, bisogna sapere tutto quello che accade, la cronaca, la politica, l’attualità...
Le cose importanti no, quelle non passano, restano nascoste, non c’è mai tempo per quelle. Le cose importanti si cercano non nelle parole, ma facendone esperienza, vivendole.
E’ l’esperienza e l’emozione diretta che cementa le cose importanti.

Troppe notizie distolgono l’attenzione dalle cose che contano, distorcono lo sguardo che deve essere sempre rivolto a Cristo. Per loro il mondo si sta allontanando dal volto del Cristo. Non è necessario sapere, ad esempio, quanti omicidi o suicidi o rapine avvengono in Italia o in altre parti del mondo. Si sa che queste cose succedevano e succedono ancora, non serve a nulla sapere quante volte si verificano, non si va in nessuna direzione così. E’ qualcosa di morboso con cui ci piace riempirci la testa, ma profondamente inutile. Nel nostro mondo una testa piena è sintomo di ricchezza: più cose so, anche se inutili, e più mi sembra di sentirmi pieno. In realtà la testa bisognerebbe svuotarla, andare al nocciolo del senso.
Loro fanno questo, ed il loro nocciolo è Cristo.

L’unica cosa che dà una direzione è la fede. Non c’è altro.
Ascoltano il Signore, pendono dalle sue labbra, è lui che decide per loro. L’obbedienza è tutto, non decidono dove stare, neanche in che monastero vivere. Questa obbedienza nel mio caso diventerebbe passività, sarebbe un subire le cose. Obbediscono perchè è la volontà del Signore, e c’è una grande pace in questa scelta. Il credere di determinarci da noi stessi porta alla competizione, all’uno contro l’altro, alla sete di potere, alla guerra, alla divisione. La loro libertà passa dall’obbedienza ad una volontà superiore.

Si svegliano tutte le mattine alle 4:30. Ogni suora ha una sua piccola casa di legno. Vivono in solitudine tutto il giorno, compresi i pasti. La domenica, a pranzo o a cena, a seconda dei turni, mangiano assieme, passeggiano nei campi, e si riuniscono per parlare di Dio. La domenica è il solo giorno in cui possono parlarsi. Però parlano di Dio, se una suora ha dei problemi non ne parla con le altre, non si fa consigliare. L’unica risposta si aspetta nella solitudine della cella e viene dal Signore.
Nonostante la clausura, sanno che Dio si mostra attraverso le persone.

Monastero di Betlemme
Camporeggiano, Gubbio, Italia | Ottobre 2003
Scansione da pellicola 35mm bianco e nero, Ilford HP5.



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15 comments
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Hai proprio ragione la testa andrebbe svuotata al giorno di oggi e non riempita, bel post non conoscevo molto della vita delle monache !

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Chi conduce una vita fuori dal mondo non ne è nemmeno influenzato e spesso vive una esistenza più semplice ma allo stesso tempo ricca e autentica.

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(Edited)

"Non è necessario sapere, ad esempio, quanti omicidi o suicidi o rapine avvengono in Italia o in altre parti del mondo. Si sa che queste cose succedevano e succedono ancora, non serve a nulla sapere quante volte si verificano, non si va in nessuna direzione così."

Per forza. A meno di non essere avvocati, giudici, poliziotti o militari, non serve a un tubo, se non alla classica e mal supposta bella figura in società perchè sei sempre informato di quel che succede nel mondo.

"E’ qualcosa di morboso con cui ci piace riempirci la testa, ma profondamente inutile."

Magari addirittura morboso anche no o quantomeno non al di fuori dei casi psichiatrici. Il fatto che piaccia riempirsene la testa è pur sempre legato al fenomeno di cui sopra, vale a dire la sete di popolarità perché nelle società occidentali purtroppo più sei informato di quel che succede nel mondo, più ti considerano intelligente, sapiente e affidabile (già, perchè se ignori quel che succede nel mondo, potresti purtroppo fare pure la figuraccia dell'inaffidabile, se non vado errata😣). Succede perfino in America latina che è terzo e quarto mondo, figuriamoci dunque nella vecchia Europa. A casa ho un marito patito di report giornalistici, capace di trascorrere ore e ora davanti alla CNN (via notebook, dato che la TV che ci aveva regalato mia suocera ha ben pensato di far tirare il calzino alla scheda video e per noi farla aggiustare è un grande spreco di denaro) per poi farmi il resoconto (assolutamente mai richiesto) dei notiziari internazionali (i suoi strapreferiti). Guarda, ci sono momenti in cui avrei di gran lunga preferito che fosse un patito del calcio🤣. Ma lui ha l'animo dello storiografo e del reporter (anche se le circostanze della vita lo hanno portato a dover studiare materie tecnicissime) e dunque non ne posso nulla🤣. Da parte mia ho defenestrato la TV da ben 13 anni, ma finchè non mi dedicherò alla clausura pure io, quel che faccio uscire dalla finestra poi mi rientra dalla porta perchè non vivo isolata (ma confesso che l'isolamento mi ha sempre spaventata e non poco) anche se non porto avanti chissà quale gran vita sociale per il fatto di dovermene stare appiccicata a uno schermo per parecchie ore del giorno causa telelavoro. C'è però un fatto importante da considerare rispetto alla clausura: Gesù stesso ordinò agli apostoli e a chiunque Lo accettasse di fare altri discepoli (ovviamente attraverso la predicazione del Vangelo). Il che diventa impossibile se ci isola. Quindi la clausura può andar bene se temporanea, ma se diventa permanente, qualcosa non torna e proprio a causa del dovere di cui sopra. Nel protestantesimo infatti la clausura è prevista soltanto per periodi brevi, durante i ritiri spirituali.
Diciamo che è possibilissimo sbattersene dei notiziari anche senza arrivare all'estremo della clausura (sempre e quando non hai membri della famiglia somiglianti a mio marito🤣)

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Ci dicevano che c'è chi opera verso gli altri attraverso i rami ed i frutti, e c'è chi aumenta le radici, invisibili, ma essenziali anche loro.

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Interessante constatazione. È necessario studiare cosa si intende esattamente per aumentare le radici e se con il passare del tempo il Signore non decida di cambiarci attività (è avvenuto con la moglie del pastore della mia chiesa di battesimo).

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Lontano dal stress e dalla vita quotidiana...il loro mondo è là dentro e ne sono appagate e soddisfatte...però c'è anche chi il mondo vuole esplorarlo con tutte le sue sfaccettature 😉

!LOLZ

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Certo, ed io preferisco esplorarlo il mondo. La clausura è per pochissimi, però resta un mistero, nel senso che ci sono persone che pur essendo fuori dal mondo hanno una visione più chiara del mondo stesso, come se lo vedessero attraverso le radici, che detto così può sembrare anche che lo osservi da dentro una tomba, ma rimane sempre il fascino di un mondo misterioso di connessioni invisibili.

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