Tomato Boy - farming is my life. [ENG] / Tomato Boy - coltivare è la mia vita. [ITA]

Ben ritrovati mondo di Hive, oggi voglio approfondire gli argomenti che avevo trattato in un post di alcuni mesi fa, dove ho raccontato la storia della mia azienda agricola che ho dovuto lasciare a causa della pandemia Covid. Ne parlai in questo post che ora vi ri condivido, nel caso qualcuno volesse andare a leggerlo. Ma non mi soffermerò a quello che ho perso, bensì a cosa ho appreso in esperienza, professionalmente e personalmente.

Il titolo non è a caso, “Tomato Boy”, perchè tra tutti gli ortaggi che ho coltivato nella mia azienda, il più fruttifero sia in termini monetari che di produzione qualitativa è stato sicuramente il pomodoro.

Una cosa fondamentale che ho imparato è stato, capire cosa potesse offrire al meglio il mio terreno. Ogni terreno ha delle proprietà differenti, come il livello di PH, ovvero la sua acidità, i nutrienti presenti naturalmente e molto importante il drenaggio. Perchè ogni tipo pianta, anzi meglio dire, ogni famiglia o specie di pianta ha bisogno di condizioni diverse di terreno, nutrienti e assorbimento dell'acqua. Per esempio il pomodoro, che alla sua famiglia o strettamente imparentati c'è anche il peperoncino e il peperone hanno bisogno di terreni con un PH più acido, che si aggira attorno ai 6 punti e un terreno più drenante, con presenza di ghiaia o sabbia che faccia passare l'acqua in eccesso durante le piogge o le irrigazioni.

Possiamo capire le proprietà del nostro terreno grazie a studi chimici, ma non serve ricorrere a questo, facendo esperienza e sperimentando, si può facilmente capire cosa è più adatto coltivare nel nostro terreno, in modo da poterlo sfruttare al meglio.

Per farvi comprendere meglio vi porto l'esempio dei miei pomodori. Il mio terreno si presenta ben strutturato con una superficie di terra pura di circa 1,5/2 metri, con sottostante decine di metri di ghiaia, che inizia da piccoli ciottoli fino ad aumentare a massi. Una conformazione che permette l'assorbimento dell'acqua ma ne fa drenare l'eccesso. IL fatto di essere molto drenante è sempre stato chiaro, anche durante le peggiori alluvioni non ho mai visto allagamenti nei miei terreni o quelli circostanti, mentre se ci spostiamo due cittadine più in la a 10km dove il terreno è ricco di argilla, le piogge torrenziali hanno causato spesso disastri.

Con un terreno che comporta queste caratteristiche, la mia idea fu di puntare forte sui pomodori e i peperoncini, per poi poterli vendere sia interi e freschi , che lavorarli in conserve e salse. Sicuramente un terreno così, per esempio non sarebbe stato idoneo per coltivare angurie o meloni, che richiedono grandi quantità di acqua e in un terreno che drena abbastanza velocemente farebbero fatica a svilupparsi belle grandi come siamo abituati a vederle dal fruttivendolo. Le ho coltivate ugualmente, ma solo per uso personale, perchè mi piacciono molto, ma in infatti rimanevano di piccole dimensioni, tuttavia non pregiudicava il sapore che spesso era molto buono.

Ma per i pomodori era tutta un'altra musica, il secondo anno di attività, dove avevo iniziato ad imparare il mestiere per bene, mi ero concentrato sul pomodoro cuore di bue e il gigante, due varietà molto succose e produttive, ideali per realizzare conserve. Curati nei minimi dettagli, dalla potatura dei rami nuovi e le legature per sostenere a aprire la pianta, quando iniziarono a maturare i primi pomodori, ricordo che raccoglievo dai 20 ai 30 kg di pomodori ogni 3 o 4 giorni da giugno fino a settembre.

Molti li vendevo a un fruttivendolo e a due ristoranti, mentre la maggior parte li utilizzavo per creare conserve che poi vendevo a loro volta. Mi divertivo a fare le conserve, prima si lavavano e pulivano dalle imperfezioni tutti i pomodori, per poi farli bollire in un enorme pentolone, almeno 20 kg alla volta. Una volta bolliti arrivava il bello, con un separatore manuale, spremevo tutti e lo separavo dalla buccia e dai semi, era un disastro ogni volta, schizzi ovunque, ma era bellissimo per me lavorare il mio prodotto, coltivato con fatica e amore.

Avevo prodotto circa 400 litri di conserva l'estate del 2020, pensavo che fossero sufficienti per venderne un po' e averne per l'inverno, invece, ai primi di Novembre avevo terminato tutto. Ne avrei voluta un pò anche perchè @giovi86 è veramente brava con gli impasti e quando abbiamo usato la mia passata di pomodoro nella pizza di Gio, un vero orgasmo ragazzi, posso dirlo? Boh, ma lo era, una bontà infinita. A parte le battute, in quel periodo mangiavamo benissimo, tutto genuino e prodotto da noi. Credetemi che il fisico lo apprezzava tanto, ero sempre pieno di energie, sarà stato anche perchè stavo facendo un lavoro che amavo, però mi sentivo un leone. Ora sto mangiano più di cittadino urbano e si sente nel fisico, perchè il cibo genuino e non industriale fa una grandissima differenza.

Io sono fiducioso che un giorno tornerò a fare tutto questo, lo voglio fortemente, ora non è possibile, ma è quella la mia vita, dove io mi sento felice e realizzato, quando sto in mezzo alla mia natura. Un giorno tornerà “Tomato Boy”, nel frattempo vi saluto amici cari, perchè anche per questo capitolo è giunta la parola fine, ma la storia continua, un abbraccio a tutti.