Siamo arrivati a questo punto... - 27° parte

avatar
(Edited)


Immagine CC0 creative commons

Una volta rimasti soli, la situazione era ugualmente statica, nel senso che lei era passiva, continuava a guardare inespressiva la TV, come se i suoi occhi andassero lontano e lontano, ma almeno non c'era il baldraccone in giro, mi era arrivata una di quelle nausee che non ne potevo più, per cui a forza di stare lì, in quella specie di limbo informe devastante, presi la direzione della porta d'ingresso, una volta tanto una decisione degna di essere chiamata tale da parte mia...

"Dove stai andando?"

"Mi scavo dal cazzo, perché chi non so proprio cosa fare, non ho voglia di continuare a guardare un'ameba che fissa il vuoto e il nulla cosmico..."

"Fermati, non andare, dai, ti dico tutto..."

Tutto? Tutto cosa?

Iniziò a destarsi da quel torpore in cui si era infilata, mi guardò, molto inespressiva, ma risoluta...

"In questi giorni ho pensato parecchio, tanto, tantissimo, a me, a te, a noi, credimi, non è stato assolutamente facile, perché ci sono situazioni che mi spingono in una direzione, altre che mi portano a una direzione apposta, sono molto combattuta, davvero, ma alla fine di tutto quanto sono giunta a una conclusione, che non ti piacerà, di questo mi dispiace infinitamente, ma il risultato finale di tutto il mio ragionare mi porta alla inevitabile considerazione che io non ti amo, provo per te un bene fraterno, questi sono i fatti, purtroppo..."

Rilessi diverse volte quella frase, in un certo senso lo sapevo, o meglio, me lo sentivo, che nemmeno sotto sotto c'era un qualcosa del genere, che si era guastata, non sapevo bene e quando, quella specie di armonia che ci dovrebbe essere tra due persone che si amano e vogliono stare insieme, se mi avesse dato una coltellata, mi avrebbe fatto meno male, anzi, praticamente al confronto non avrei sentito nulla...

"Che cazzo stai dicendo, ma da dove hai tirato fuori questa stronzata?!?!"

E iniziò a parlare, e parlare, e parlare, era un lento fiume in piena, che tirava fuori considerazioni che mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall'altro, perché non memorizzavo nulla, l'unica cosa che mi si era ficcata nel cervello era quella frase di merda, più precisamente quella piccola frase di merda che era che lei provava per me un bene fraterno...

"Io non voglio da te un bene fraterno, non me ne fotto un cazzo del tuo bene, io un fratello ce l'avevo, non ne voglio altri, voglio solamente che tu mi ami, per quello che sono, per quello che si siamo detti, per la nostra voglia e volontà di creare una famiglia insieme, di avere dei figli e di vivere uniti sotto lo stesso tetto, ma ti rendi conto che nemmeno una settimana fa stavamo ancora cercando una casa da comprare e andare a viverci insieme??"

"Ricordo tutto, come faccio a dimenticarlo, ma la realtà, libero di accettarla subito o meno, purtroppo è quella che ti ho appena detto, mi dispiace, infinitamente, ma io non ti amo, io non posso fare nulla con te se non starti vicino, in questo tuo momento di dolore e di grande difficoltà, esattamente come farebbe una sorella con un fratello..."

Continua...



0
0
0.000
0 comments