Siamo arrivati a questo punto... - 28° parte

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(Edited)


Immagine CC0 creative commons

"E' un incubo, non può che essere un incubo, adesso mi sveglio tutto sudato e capisco che è stato solamente un sogno del cazzo...", uno dei pensieri ricorrenti che mi passavano per il cervello, non poteva essere vero quello che stavo vivendo in quei momenti, ma purtroppo era proprio così, la ragazza che pensavo diventasse mia moglie entro pochi mesi mi stava dicendo che era finita, che non provava amore per me, che si era dovuta ricredere sui suoi sentimenti...

Adesso ero io, ad occhi sgranati, fermo immobile davanti alla TV, i pensieri viaggiavano, e viaggiavano, e viaggiavano ancora, senza una metà, non sapevo cosa fare, se andare via, se urlare, se mandare a fanculo qualcuno (certamente la vecchia baldraccona, che qualcosa aveva certamente fatto, nell'arrivare a quella amarissima conclusione, ma il problema rimaneva lei, la mia ex...), non so quello che successe effettivamente, perché il tempo trascorreva, lento e inesorabile, ma io ero nel mio mondo, popolato di dolore infinito e disperazione assoluta, a un certo punto mi ricorda che ci siamo ritrovati in una chiesa, a messa, era domenica sera, guardavo e riguardavo quel signore su quelle due assi di legno, e gli chiedevo mentalmente perché, perché si stesse accanendo così contro di me, che cazzo gli avessi fatto per dover sopportare anche quest'altro dolore...

Una pizza? Una veloce cena a due in un ristorante? Boh, forse sì, forse no, la desolazione, la tristezza quando la lasciai sotto il portone di casa sua erano situazioni difficilmente descrivibili, perché mi si stava rompendo qualcosa dentro, con conseguenze di portata infinita...

La mattina seguente dovevo andare a ritirare della merce per il negozio vicino a Perugia, decisi di fare la E45, risalendo fino a Cesena Nord per poi prendere la Superstrada fino a Perugia, vedevo quei viadotti, quei burroni ai margini della carreggiata, e ragionavo, o meglio, sragionavo...

"Chissà, sarebbe un attimo, via, una sterzata verso il centro della carreggiata, poi una bella sterzata verso il ciglio della strada, il più velocemente possibile, e un bel salto giù, nella scarpata, un volo interminabile, senza cintura di sicurezza allacciata, perché devo essere sicuro di farla finita con questa vita di merda, non ne posso più, e certamente questo dolore sarà destinato a durare per giorni, settimane e mesi, prima o poi passerà, ma nel frattempo si sta male, tremendamente male, non ce la faccio, non ce la posso fare, basta, basta, e ancora basta, basta dolore, basta tristezza, basta sofferenza gratuita, questa non c'entra nulla, questa non ha senso, perché non lo potevo di certo sapere, non potevo calcolare una cosa del genere, perché non si sa da dove viene, perché non ha un verso, perché non ha senso, perché è una stronzata pazzesca, perché non può finire così, non è giusto, non è logico, non è ammissibile, non ci sono le basi per una decisione del genere..."

Nella mia testa era tutto chiaro, non poteva essere vero quello che stava succedendo, non a me, non con quello che ci eravamo detti fino a pochi giorni prima, era un incubo ad occhi aperti, ma era terribilmente reale, non era fantasia, non era finzione, era verità assoluta, e faceva un cazzo di male dellamadonna...

Continua...



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