Io e la velocità - 24° puntata
Quando finalmente la mia 33, semplicemente con il freno motore, raggiunse una velocità controllabile senza grandi problemi, provai delicatamente a dare una leggerissima toccatina ai freni, la vettura non ebbe, finalmente, reazioni scomposte o anomale, decisi di riprovare un po' più di forza, e in pochi metri arrestò docilmente la sua corsa...
Ero distante parecchi metri dal punto in cui il pezzo di merda aveva fatto la sua manovra del cazzo, per certi versi lo avrei voluto avere tra le mie mani, l'avrei ridotto certamente in fin di vita, con tutta la rabbia e la paura che avevo dentro, ma sentivo anche disperatamente il bisogno di rilassarmi, di tirare un grandissimo sospiro di sollievo, per lo scampato pericolo che avevo corso, per cui appoggiai il culo a terra, semplicemente facendolo scivolare lungo il profilo laterale della mia vettura, respiravo a pieni polmoni l'aria fresca della sera, mi sembrava tutto così bello, così pieno di significato in quei momenti, la cosa più importante di tutte c'era, ero vivo, era una grande cosa, da non dare mai abbastanza per scontata...
Tenevo la testa tra le mani, ero distante da tutto e da tutti, vagavo non si sa dove con i miei pensieri, e non mi accorsi che una vettura si era fermata subito dietro di me, mi voltai e vidi un signore, che non conoscevo, che si affrettò a chiedermi se tutto andasse bene, lentamente gli risposi di sì con la testa, annuendo...
"Ho visto tutto, ma proprio tutto, ero una delle vetture che hai sorpassato, non so come hai fatto ad evitare quella macchina, ma è stata una manovra incredibile, per una frazione di secondo ho temuto il peggio, poi la tua macchina ha scartato di brutto, secondo me hai pure rischiato che ti scoppiassero le gomme, io domani con calma le farei controllare, ma ce l'hai fatta, bravo, lui è un deficiente cretino, ma tu andavi veramente forte, un po' più pianino la prossima volta??"
Lo guardai come se vedessi un fantasma, continuai a far di sì con la testa, come i somarelli, lo sentivo che era tutto indaffarato a fare qualcosa, ma quello di cui avevo realmente bisogno era di rimanere in pace con me stesso, quando me la sarei sentita sarei ripartito verso casa mia, che era distante un paio di km o poco più, lo ringraziai con un cenno della mano diverse volte, rifiutando ogni ulteriore appoggio o supporto, dopo un periodo di tempo che non potrei definire con precisione mi alzai, un ultimo, profondissimo respiro e risalii in macchina, rispetto rigoroso dei limiti di velocità, non per accettazione ma per relativa (e momentanea) mancanza di sicurezza nei movimenti...
Continua...
Bene, qui rispetti già i limiti di velocità