All'inferno e ritorno - 11° puntata

Come da accordi, verso le 10 e 30 di quel lunedì mi presentai nel reparto di urologia, chiesi espressamente di quella infermiera, un'attesa di pochissimi minuti e mi venne ad accogliere, due parole in croce e mi fece entrare in reparto, feci qualche passo, poi una folgorazione, c'era ancora un po' di movimento, ma nel lungo corridoio intravedo una figura, faccio mente locale, snebbio completamente il cervello, poi la certezza, riconosco quella persona, l'infermiere della sala operatoria, che non avevo mai visto senza la mascherina, la sua voce mi era giunta giusto un secondo, ma quel timbro lo avrei riconosciuto tra mille...

"Un attimo, aspetta che devo andare da una persona, a salutarla...", e parto deciso, cercando di sfruttare l'elemento sorpresa perché non volevo che avesse il tempo di prepararsi...

Nel tragitto che ci separava mi ritrovo a dover superare diverse persone, tra cui un'altra in particolare, il medico che era entrato in quella sala operatoria, che, a mia insaputa, aveva organizzato una sorta di protezione a favore di quel coglione di infermiere, i miei appuntamenti di controllo erano posti in maniera tale che non coincidere con i turni di quel pezzo di merda, ma quella mattina non era prevista la mia sortita in reparto, ecco il motivo del mio potenziale contatto, questo fatto non doveva capitare, nelle loro testine da mentecatti...

Fece quasi per sbarrarmi il passo, portandosi verso la direzione che stavo tenendo, allungò pure una mano, chiedendomi dove stessi andando, in tutta risposta scartai la sua mano e la sua opposizione, avevo poco più di 30 anni, pienissima forma fisica, figuriamoci se avevo dei problemi ad avere la meglio di un medico imbecille o, tanto meno, di un infermiere vigliacco, ma se l'azione di potenziale blocco da parte del medico la evitai tranquillamente, non altrettanto la sua voce, perché mi richiamò nuovamente, intimandomi di fermarmi e richiedendomi dove stessi andando...

Bastarono le parole del medico a mettere sull'attenti l'infermiere, ma ormai era troppo tardi, con uno dei miei scatti brucianti ero a pochi metri da lui, ma il maledetto tentò ugualmente di battere in ritirata, infilandosi in una stanza lì vicino, cercando di chiudere la porta dietro di sé, un ultimo balzo, il mio piede si infila nella fessura ancora aperta della porta, una generosa spallata alla porta, entro, lui, il coglione, faccia allucinata, tenta un gesto disperato, prende un qualcosa per difendersi, sapevo già di avere pochi istanti a disposizione, il medico era poco distante, gli diedi una botta sulla mano per far volare via quello che sembrava un coltello o qualcosa del genere, poi contatto diretto con lui, e gli faccio partire una ginocchiata, la più potente possibile, direttamente sui coglioni, obiettivo centrato, l'espressione in viso di sgomento, deve aver sentito un dolore pazzesco, perché non c'è stata dispersione di energia, in quanto mi ero sincerato di sbatterlo contro il muro, prima di piazzare il mio colpo, non volevo lasciare segni del mio passaggio, niente pugni, niente schiaffoni, una bella ginocchiata laggiù, sulle sue palle, era la mossa giusta...

Le gambe gli cedettero di brutto, lo sostenni fino a metterlo su una sedia, nel frattempo era arrivato il medico, che alzava la voce, vedendo che l'infermiere quasi non respirava, mi chiese ripetutamente cosa avessi fatto, portai il dito indice sul mio naso, in segno di silenzio...

"Vi denuncio a tutti, voi tre pezzi di merda, lei, lui e l'altro infermiere, la chiudiamo qui, così, da uomini, perché altrimenti vi faccio scoppiare un casino che non ne ha neanche idea..."

Ci guardammo per alcuni istanti, fronteggiandoci, a poca distanza l'uno dall'altro, aspettavo una sua reazione, che non ci fu, si limitò ad andare a soccorrere l'altro bamboccio, gli chiese cosa gli fosse successo, il vigliacco continuava a dire, con un filo di voce, nulla, uscii da quella stanza, vendetta era stata fatta, non avevo motivo di rimanere lì, andai verso l'infermiera, che mi guardava con aria perplessa, la presi sotto braccio e...

"Insomma, dove cazzo è stocazzo di medico che mi deve guardare il cazzo?"

Mi fece entrare in un'altra stanzetta, il medico, giovane, era già dietro di noi, una volta liberatomi degli indumenti, osservò attentamente il mio uccello, l'espressione che aveva in viso non era certo delle migliori, guardava e riguardava la cicatrice, che era bella pronunciata per tutta la sua estensione circolare, finché alla fine disse...

"Continui a movimentare la pelle, e nel frattempo prenda questi anti-infiammatori che le prescrivo, è ancora molto rossa, non ci siamo, poi si fa in punto della situazione tra una settimana..."

"Ascolti, mi fa un male tremendo la cicatrice, ho un forte dolore come provo a scappellarlo, se mettessi quella pomata che è stata usata per l'intervento?"

"Può essere una buona idea, sì, la usi pure...", disse infine congedandosi...

L'infermiera, l'amica della mia ex, aprì lo sportello di una vetrinetta, mi porse un campione gratuito di quella famosa pomata...

"Questa ti basterà, muovi la pelle, mi raccomando, perché è importante..."

Continua...