[PART 3] ASPETTI DEL RAPPORTO TRA RICERCA STORICA E MEMORIA STORICA IN ITALIA: LA MEMORIA DEL FASCISMO -ASPECTS OF THE RELATIONSHIP BETWEEN HISTORICAL RESEARCH AND HISTORICAL MEMORY IN ITALY: THE MEMORY OF FASCISM [ ITA/ENG ]

avatar

La versione Inglese dell'articolo è subito dopo quella Italiana- The English version of the article is immediately after the Italian version.
immagine presa da Pixabay ed editata tramite Canva- - image by pixabay and edited by Canva

Buonasera amici dell'ecosistema di Hive, se ancora qualcuno di voi non lo sapesse, sono uno studente di Storia e Scienze Storiche. Forse dovrei dire laureando, visto che ho terminato il mio ciclo di esami magistrali e mi sto apprestando a scrivere la tesi di laurea. Vi parlerò dell'evoluzione della mia tesi ma oggi ho una novità da portare qui sul mio Blog di Hive. Spero che vi piaccia, davvero sarei felice se la serie avesse successo e anche un buon seguito. Qualche tempo fa ho elaborato una tesina su un aspetto che ho studiato relativo alla costruzione pubblica della memoria storia in Italia. Nello specifico ho studiato come le forze politiche della destra hanno contribuito a formare una propria memoria storica dell'Italia post- fascista e repubblicana. Avevo, quindi, scritto una tesina e ho pensato che potrei iniziare un ciclo di pubblicazioni che vede come oggetto proprio questa tesina. Ho deciso di fare uscire più puntate della serie per non appesantire il lettore e soprattutto per far capire cosa stessi scrivendo a tutti. Ho deciso inoltre di tradurla anche in inglese per dare la possibilità a chi legge da fuori dell'Italia di poter comprendere cosa stessi scrivendo.

Detto questo, buona lettura e spero tanto che vi piaccia. Spero inoltre di riuscire ad avere una buona interazione nei commenti ;)

PS: la suddivisione della serie segue la capitolazione del mio lavoro, quindi oggi leggerete il capitolo III.

Buona lettura

INDICE

1.Analogie e differenze tra fascismo e nazismo nelle diverse culture dell’Italia nel dopoguerra
1.1. Fascismo e nazismo nella cultura postfascista

2.“La guerra della memoria” in Italia tra gli anni ’80 e anni ’90: i partiti di destra
3.Predappio: da borgo anonimo a “luogo di culto”
4.Il caso di Domenikon. Una strage fascista dimenticata
5.Bibliografia e sitografia

Potete leggere la parte 2 del saggio a questo link: https://ecency.com/hive-146620/@ivanslait/part-2-aspetti-del-rapporto

  1. Analogie e differenze tra fascismo e nazismo nelle diverse culture dell’Italia nel dopoguerra ( post precedente)
  2. “La guerra della memoria” in Italia tra gli anni ’80 e anni ’90: i partiti di destra.

3. Predappio: da borgo anonimo a “luogo di culto”.

Con l’ascesa al potere del duce, Predappio, città natale di Mussolini, abbandona il suo status di borgo per diventare un vero e proprio luogo di culto. Già durante il Ventennio Predappio era presa d’assalto come un luogo simbolo del fascismo e divenne oggetto di una sorta di pellegrinaggio che andò avanti negli anni fino ad arrivare ai nostri giorni.

La cittadina accoglieva numerosi visitatori già all’epoca tanto che Achille Starace, segretario del partito nazionale fascista, decise di creare un vero e proprio Ufficio Propaganda che fu istituito nel 1940 e che aveva il compito di ampliare le funzioni di un ordinario ufficio turistico. Si spaziava dall’organizzazione delle visite a servizi fotografici, da souvenir da acquistare a cartoline fino ad arrivare ad offrire un punto ristoro per i visitatori.

Tra il 1946 e il 1957 la salma del duce venne tenuta nascosta nel convento di Cerro Maggiore ma Predappio non perse il suo alto valore simbolico che rappresentava per i nostalgici del tempo. Per cui nel dopoguerra il pellegrinaggio verso questo fantomatico luogo di culto proseguì. Quando poi il 31 agosto 1957 la salma del duce venne spostata nella cappella di famiglia presso il cimitero di Predappio, il pellegrinaggio assunse un significato diverso. Centinaia e centinaia di “devoti” accorrevano alla cittadina per compiere il proprio percorso verso la tomba del duce e portare dunque un omaggio a Mussolini. Proprio l’esistenza di un luogo materiale a cui, ora, i “fedeli” potevano accorrere trasformò ancora una volta il significato ideologico in primis del pellegrinaggio ma anche della cittadina stessa. Citando Elena Gnagnetti: «La tomba di Mussolini garantisce, dunque, la sopravvivenza nella memoria collettiva di ciò che in natura è destinato a dissolversi». Oltre alla tomba del duce, Predappio offriva ai visitatori una grande disponibilità di souvenir che assolvevano il ruolo di veri e propri cimeli evocativi. Così se un nostalgico acquistava un oggetto caratteristico del Ventennio quell’oggetto diveniva automaticamente una sorta di amuleto che non solo evocava il ricordo di quello che fu il fascismo, ma diventava istantaneamente un talismano da conservare e preservare poiché appunto diventava una incarnazione vivente di ciò che quell’oggetto rappresentava.
Nel 2014 parte il progetto di recuperare la ex Casa del Fascio. Tale progetto prevedeva l’istituzione di un museo storico che aveva come obbiettivo quello di recuperare la memoria storica della città attraverso una ricostruzione critica del passato. Nel 2016 il comune di Predappio e l’istituto storico Parri di Bologna sottoscrivono una convenzione con la quale si affida all’istituto la rielaborazione storica del museo. Nel 2017 avviene la consegna del progetto al comune di Predappio con il titolo di “ L’Italia totalitaria. Stato e società in epoca fascista. Un’Esposizione permanente.” Nel 2018 il museo viene aperto al pubblico.

Questo progetto ha inevitabilmente acceso un forte dibattito storiografico. Il punto nevralgico del discorso viene individuato da molti storici innanzitutto nella scelta del luogo. Tra gli storici che si interrogano se la scelta di Predappio come sede di questo importante museo possa effettivamente essere quella giusta si trova Carlo Ginzburg, il quale nutre un forte dubbio sul fatto che il progetto museale possa ridursi esclusivamente a luogo di culto visitato da nostalgici ed esponenti neofascisti. Non si può negare che questo rischio c’è, anzi i recedenti accadimenti sembrano confermarlo. Centinaia di nostalgici si riuniscono annualmente nella cittadina natale del duce per omaggiare Mussolini e dare luogo a veri e propri rituali fascisti, come dimostrano numerosi servizi giornalistici di inchiesta effettuati negli ultimi anni.

Oltre a Ginzburg, sono intervenuti sulla questione anche storici come Enzo Collotti e Filippo Focardi. I due storici sottolineano come nel nostro paese non si sia avviata una riflessione storiografica e culturale tale da promuovere una visione autocritica e il superamento di molti stereotipi ancora oggi presenti rispetto agli anni del fascismo. Collotti, infatti, paragona il progetto museale dell’ex casa del fascio con il progetto tedesco del Centro di documentazione del nazionalsocialismo di Monaco di Baviera ospitato dove sorgeva la sede del NSDAP. Collotti sottolinea come la Germania abbia saputo, a differenza dell’Italia, confrontarsi autocriticamente con il proprio passato e dunque come tale progetto abbia rappresentato tutt’altro rispetto a quanto rappresentato dal progetto di Predappio in Italia. Focardi invece sottolinea che bisogna superare il sentimento autoassolutoria vigente in Italia riguardo il fascismo e ammettere a se stessi che l’Italia non fu soltanto una vittima ma anche un carnefice.

pngegg_1_.png
saldi_1_.png

pngegg_1_.png
Good evening friends of the Hive ecosystem, if any of you still don't know, I am a student of History and Historical Sciences. Perhaps I should say undergraduate, as I have completed my master's exam cycle and am preparing to write my dissertation. I will tell you about the evolution of my thesis but today I have something new to bring here on my Hive Blog. I hope you enjoy it, I really would be happy if the series is successful and also has a good following. Some time ago I wrote a thesis on an aspect I studied concerning the public construction of historical memory in Italy. Specifically, I studied how right-wing political forces contributed to the formation of their own historical memory of post-Fascist and Republican Italy. I had, therefore, written a thesis and thought I could start a cycle of publications with this very thesis as the subject. I decided to release several instalments of the series so as not to burden the reader and above all to make everyone understand what I was writing. I also decided to translate it into English to give those reading from outside Italy the chance to understand what I was writing.

That said, enjoy your reading and I hope you enjoy it. I also hope to have a good interaction in the comments ;)

PS: the subdivision of the series follows the capitulation of my work, so today you will read chapter III.

Enjoy your reading

INDEX

1.Similarities and differences between fascism and Nazism in post-war Italy's different cultures
1.1. Fascism and Nazism in post-fascist culture

  1. "The war of memory" in Italy between the 1980s and 1990s: the right-wing parties
    3.Predappio: from anonymous village to "place of worship
    4.The case of Domenikon. A forgotten fascist massacre
    5.Bibliography and sitography

You can read part 2 of the essay at this link: https://ecency.com/hive-146620/@ivanslait/part-2-aspetti-del-rapporto

  1. Analogies and differences between fascism and Nazism in the different cultures of post-war Italy (previous post)
  2. "The war of memory" in Italy between the 1980s and 1990s: the right-wing parties.

3. Predappio: from an anonymous village to a 'place of worship'.

With the Duce's rise to power, Predappio, Mussolini's hometown, abandoned its status as a hamlet to become a true place of worship. Already during the Ventennio (the twenty years of Fascism), Predappio was taken by storm as a place symbolic of Fascism and became the object of a sort of pilgrimage that continued over the years to the present day.

The town was already welcoming so many visitors at the time that Achille Starace, secretary of the National Fascist Party, decided to create a real Propaganda Office, which was set up in 1940 and had the task of extending the functions of an ordinary tourist office. These ranged from organising visits to photographic services, from souvenirs for purchase to postcards and even offering a refreshment point for visitors.

Between 1946 and 1957, the body of the Duce was kept hidden in the convent of Cerro Maggiore, but Predappio did not lose its high symbolic value that it represented for the nostalgics of the time. Hence, after the war, the pilgrimage to this phantom place of worship continued. When the Duce's body was moved to the family chapel at the Predappio cemetery on 31 August 1957, the pilgrimage took on a different meaning. Hundreds and hundreds of 'devotees' flocked to the town to make their way to the Duce's tomb and thus pay their respects to Mussolini. It was precisely the existence of a material place to which the 'faithful' could now flock that once again transformed the ideological significance not only of the pilgrimage, but also of the town itself. Quoting Elena Gnagnetti: 'Mussolini's tomb guarantees, therefore, the survival in the collective memory of that which in nature is destined to dissolve'. In addition to the tomb of the Duce, Predappio offered visitors a large supply of souvenirs that fulfilled the role of true evocative relics. Thus, if a nostalgic person bought an object characteristic of the Ventennio (the twenty years of Fascism), that object automatically became a sort of amulet that not only evoked the memory of what fascism was, but also instantly became a talisman to be preserved and conserved as it became a living embodiment of what that object represented.
In 2014, the project to recover the former Casa del Fascio began. This project envisaged the establishment of a historical museum with the aim of recovering the historical memory of the town through a critical reconstruction of the past. In 2016, the municipality of Predappio and the Parri Historical Institute of Bologna signed an agreement entrusting the institute with the historical reconstruction of the museum. In 2017, the project was handed over to the municipality of Predappio with the title 'L'Italia totalitaria. State and society in the fascist era. A permanent exhibition." In 2018, the museum is opened to the public.

This project inevitably ignited a strong historiographical debate. The crux of the discourse is identified by many historians first and foremost in the choice of location. Among the historians questioning whether the choice of Predappio as the location for this important museum could actually be the right one is Carlo Ginzburg, who has strong doubts as to whether the museum project could be reduced to a place of worship visited by nostalgics and neo-fascist exponents. It cannot be denied that this risk is there, indeed recent events seem to confirm it. Hundreds of nostalgics gather annually in the Duce's hometown to pay homage to Mussolini and to perform genuine fascist rituals, as numerous investigative reports in recent years have shown.

In addition to Ginzburg, historians such as Enzo Collotti and Filippo Focardi have also spoken on the issue. The two historians emphasise how in our country there has been no historiographic and cultural reflection such as to promote a self-critical vision and the overcoming of many stereotypes still present today with respect to the years of fascism. Collotti, in fact, compares the museum project of the former Casa del Fascio with the German project of the Documentation Centre of National Socialism in Munich housed where the NSDAP headquarters were located. Collotti emphasises how Germany was able, unlike Italy, to confront itself self-critically with its past and therefore how this project represented something quite different from the Predappio project in Italy. Focardi, on the other hand, emphasises that it is necessary to overcome the self-exculpatory feeling in Italy regarding fascism and admit to oneself that Italy was not only a victim but also an executioner.

)



0
0
0.000
11 comments
avatar

!discovery 35
@tipu curate

0
0
0.000
avatar

Grazie mille del supporto amico mio ;)

!PGM

0
0
0.000
avatar

Sent 0.1 PGM - 0.1 LVL- 1 STARBITS - 0.05 DEC - 15 SBT - 0.1 THG - tokens to @ivanslait

remaining commands 4

BUY AND STAKE THE PGM TO SEND A LOT OF TOKENS!

The tokens that the command sends are: 0.1 PGM-0.1 LVL-0.1 THGAMING-0.05 DEC-15 SBT-1 STARBITS-[0.00000001 BTC (SWAP.BTC) only if you have 2500 PGM in stake or more ]

5000 PGM IN STAKE = 2x rewards!

image.png
Discord image.png

Support the curation account @ pgm-curator with a delegation 10 HP - 50 HP - 100 HP - 500 HP - 1000 HP

Get potential votes from @ pgm-curator by paying in PGM, here is a guide

I'm a bot, if you want a hand ask @ zottone444


0
0
0.000
avatar

Ottima iniziativa🐣Peccato non avere il tempo materiale per leggere e commentare tutte le puntate come meritano. Solo una considerazione veloce: pareva che ai miei tempi delle mie per certi aspetti pietose scuole (specie dell'obbligo) si faceva a gara per osannare i partigiani come eroi, nascondendo a dovere che una frangia partigiana commise crimini abbassandosi al livello dei fascisti, nazisti e pure bolscevichi (e già, Stalin e la dittatura bolscevica, ben peggiore di gran lunga del nazismo tedesco, venivano liquidati in fretta, sicuramente per questioni che facevano comodo a chi di dovere).
!hivebits

0
0
0.000
avatar

è un discorso molto ma molto delicato questo che fai, che andrebbe approfondito ma credimi ci vogliono ore su ore e libri su libri ahaha

Non sono d'accordo su quanto dici sulla dittatura staliniana, si Stalin si è macchiato di omicidi, purghe, e quant'altro.. ma definirla "ben peggiore di gran lunga" del nazismo tedesco mi sembra esagerato.. Per ovvie ragioni poi... non si possono assolutamente mettere sullo stesso piano :)

0
0
0.000
avatar

Ovviamente da laureando in storia non c'e dubbio che sei molto più preparato di noi che leggiamo piccoli libri storici a tempo perso. Trovi comunque che nelle scuole dell'obbligo avviene veramente quanto notavo? I partigiani descritti quali santi con l'aureola e lo stalinismo russo appena accennato?

0
0
0.000
avatar

si ma scuola oltre a questo ci sarebbero tante cose da rivedere, i programmi scolastici sono secondo me molto vecchi, di solito si tende ad arrivare a spiegare la guerra fredda e viene fatto anche male.. si lasciano circa 30/35 anni di storia recente sul libro e non vengono mai toccati.

Sul tema dei Partigiani mi viene difficile esprimermi, in quanto credo di essere un pò di parte ahah
Ma comunque ti posso lasciare un interessante libro di uno storico che ha trattato questi temi, non so se girando nel web si riesca a trovare una versione PDF o addirittura una versione pirata lol

https://www.lafeltrinelli.it/guerra-civile-saggio-storico-sulla-libro-claudio-pavone/e/9788833908823?gclid=Cj0KCQjwhY-aBhCUARIsALNIC04qcywn5C8Lt0yKoo0jr7wTZLZ6HHjLqCY884yWA_6tVCPpg3-U3pEaApK-EALw_wcB&awc=9507_1665414308_04867fd6518a0261ee3715abdb1edf8e

0
0
0.000
avatar
(Edited)

Ih, santo cielo, il materiale piratato lo lascio dov'è:
untitled.gif
A nessuno rallegrerebbe vedere piratate le proprie opere e da scrittrice (sia pure di fiction, sia pure nulla che si qualifichi di alto valore accademico) posso ben comprendere.
Tornando più seria, oramai è nota ai più la strage piemontese a danno di infermieri e crocerossine cagionata proprio dai santi partigiani e di parte o no, ci piaccia o no, purtroppo il fatto resta innegabile, da qualunque lato vorremmo girarci. Ovviamente non si trattava della frangia partigiana pulita, ma anche lì, le scuole dell'obbligo furono alquanto pietose, ai miei tempi. Programmi vecchi, ma pure lacunosi e alquanto lungi da una visione pragmatica della realtà.

0
0
0.000